ANDREJ TARKOVSKIJ. IL CINEMA COME PREGHIERA - Cineclub Arsenale APS

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ANDREJ TARKOVSKIJ. IL CINEMA COME PREGHIERA

di Andrey A. Tarkovskij

Durata: 97'
Luogo, Anno: Russia, 2019
Cast:


Sinossi

Il film racconta, in sequenza cronologica, la vita e l'opera di Tarkovskij, lasciando la parola al regista stesso che condividerà con lo spettatore i suoi ricordi, il suo sguardo sull'arte, le riflessioni sul destino dell'artista e sul senso dell'esistenza umana. Grazie a rarissime registrazioni audio e video di interviste e di lezioni di regia, restaurate e finora inedite, custodite nell'Archivio Tarkovskij di Firenze, si risale alla fonte primaria del pensiero tarkovskiano. Immergendosi nel misterioso universo della sua immagine cinematografica, si rivisita l'opera e il mondo interiore del regista. Il documentario si articola in vari capitoli che seguono il percorso del regista come uomo, intellettuale e regista.


Critica

Il figlio del grande Maestro raccoglie registrazioni audio, interviste video, lezioni di regia (materiali in gran parte inediti) che si trovavano nell'Archivio Tarkovskij di Firenze e propone un percorso nel cinema paterno utilizzando il metodo dell'ordine cronologico ma scegliendo di non avvalersi di altre voci che non siano quella paterna.

Il film offre allo spettatore la possibilità di leggere o rileggere il cinema tarkovskiano accompagnato delle riflessioni dell'autore.

Il fatto che i materiali che hanno consentito la realizzazione di questo interessante documentario si trovino a Firenze, invece che a Mosca, già ci può far riflettere su quale sia stato il rapporto di Tarkovskij con la madrepatria e, soprattutto, con chi ne reggeva le sorti dopo gli ostacoli frapposti dak potere sovietico alla presentazione di Stalker al Festival di Cannes.

Il suo penultimo film Nostalghia ce ne ha offerto una testimonianza struggente fornendo anche una sintesi del rapporto con l'Assoluto sintetizzato con quella chiesa senza tetto in cui la terra e il cielo sono a diretto contatto.

La religiosità nel cinema tarkovskijano è sempre un percorso interiore che non ha nulla di catechistico o di ricerca di proseliti. La sua è una fede vissuta che non si fa mai propaganda. Come il protagonista del suo capolavoro Andrej Rublëv il regista esprime la propria fede in una ricerca formale che si fa sostanza ad ogni inquadratura che diventa icona in movimento a cui attingere significazioni profonde.

Il figlio Andrey ci consente di comprendere le radici di questo modo di fare cinema risalendo fino alle dinamiche relazionali di Tarkovskij con i propri genitori. Ci viene offerta anche l'occasione di essere messi a parte delle valutazioni che lo stesso autore dava di alcune sue opere fino ad arrivare all'ultima in cui l'apocalisse nucleare incombe ma viene comunque lasciato un barlume di speranza.

Questo documentario finisce quindi con il proporsi come una sorta di involontario (in quanto formato di elementi eterogenei) diario intimo che stimola alla visione dei film soprattutto coloro che ancora non hanno avvicinato l'opera di uno degli autori fondamentali della Storia del cinema.

Giancarlo Zappoli, MyMovies