Anima bella - Cineclub Arsenale APS

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ANIMA BELLA

di Dario Albertini

Durata: 95'
Luogo, Anno: Italia, 2022
Cast: Elisabetta Rocchetti, Francesca Chillemi, Paola Lavini, Piera Degli Esposti


Sinossi

Dopo la morte della madre, Gioia continua a vivere in un piccolo centro di campagna con il padre, occupandosi del loro gregge di pecore e della vendita di latte e formaggi. È benvoluta nella comunità di cui fa parte integrante, circondata dalle amiche, dai fedeli della parrocchia locale e da tante persone che apprezzano la sua disponibilità e gentilezza. Ma suo padre Bruno ha il vizio del gioco e si indebita continuamente: il che significa dover trovare i denari per pagare i suoi creditori. Uno psicologo consiglia alla ragazza di far ammettere Bruno in un centro di riabilitazione per le dipendenze, ma sarà l'uomo a dover dimostrare la sua voglia di smettere. E Gioia dovrà prendere decisioni drastiche riguardo alla propria vita e a quella del padre.


Critica

Dopo il successo con il lungometraggio di esordio Manuel, Dario Albertini torna al grande schermo con una maturità superiore, mettendo bene a frutto il suo passato di documentarista, e in particolare il primo lavoro, Slot - Le intermittenti luci di Franco, che seguiva la quotidianità di un giocatore d'azzardo compulsivo. Questa volta però Albertini sceglie di mostrare le ricadute su chi sta vicino a un giocatore, e in qualche misura dipende da lui per la sua sopravvivenza. Con Gioia il regista e sceneggiatore (insieme a Simone Ranucci) disegna in punta di penna il ritratto di una ragazza solare fin dal nome a dispetto delle sue modeste circostanze, che si muove con leggerezza operosa all'interno di una comunità solidale mai raccontata con condiscendenza. Staccarsi da quella comunità per venire in aiuto del padre sarà per lei la parte più difficile in un processo di crescita che riguarda sia lei, più matura dei suoi anni, che l'adulto mai cresciuto che l'accompagna. L'approccio naturalistico di Albertini e la recitazione istintiva di Madalina Maria Jekal e Luciano Miele sono a totale servizio della credibilità della storia e dei ruoli di Gioia e di Bruno. Intorno a loro un cast misto di non attori e di professionisti poco visti al cinema, da Elisabetta Rocchetti a Yuri Casagrande Gori a Francesca Chillemi, più il cammeo di Piera Degli Esposti che ci fa rimpiangere ancora di più la sua scomparsa. Albertini appartiene alla nuova generazione di registi italiani che provengono dal documentario e che aderiscono ad un criterio di verità e realismo molto rigoroso, da Alice Rohrwacher, soprattutto quella di Corpo celeste, e Jonas Carpignano. Proprio la somiglianza, per struttura narrativa e caratterizzazione della protagonista, con A Chiara di Carpignano, Gioia rischia di "arrivare secondo", quando invece (oltre ad essere stato sviluppato in tempi paralleli) merita attenzione individuale e affetto esclusivo. La bella mano di regia di Albertini riesce a non essere mai impositiva o invadente e racconta con tenera partecipazione i sogni e le speranze di un'anima giovane e incontaminata, che consce la nobiltà del lavoro e riesce a frequentare squallidi motel senza sporcarsi, nonché ad usufruire delle nuove tecnologie senza lasciarsene fagocitare.

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