Babylon - Cineclub Arsenale APS

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BABYLON

di Damien Chazelle

Durata: 183'
Luogo, Anno: USA, 2022
Cast: Brad Pitt, Margot Robbie, Diego Calva, Jean Smart, Jovan Adepo


Sinossi

Verso la fine degli anni Venti, Hollywood va incontro al più grande dei cambiamenti: il passaggio dal muto al sonoro. Molti artisti vedono la loro carriera stroncata mentre altri riescono a resistere al cambiamento e a traghettarsi nella nuova era: quelli dei talkies. Tra chi è costretto ad affrontare il grande passaggio ci sono star enormi come Jack Conrad (Brad Pitt) - ispirato alla figura di John Gilbert - ma anche attrici in erba che sognano la gloria, come la giovane Nellie LaRoy (Margot Robbie), personaggio ispirato all'attrice Clara Bow, una delle prime sex symbol della storia, venuta dalla miseria e diventata icona dei ruggenti anni venti e di una femminilità che rompe con le regole.


Critica

Il Rialto Theatre è uno dei cinema più antichi della California, a South Pasadena. È stato costruito nel 1925, ma ormai da anni non è più in attività. Il regista Damien Chazelle gli ha dedicato un omaggio in La La Land. È il luogo in cui Emma Stone e Ryan Gosling scoprono i grandi classici. Ma a un certo punto, in una sequenza, vediamo che chiude i battenti. Il mito, la leggenda si concludevano. In fondo La La Land era questo: un viaggio sulle nuvole che non necessariamente toccava il paradiso, in cui il Virgilio dello spettatore erano le canzoni. Babylon è il riflesso di quel desiderio, è l’ambizione sfrenata che si scontra con l’amarezza, l’inizio e la fine di una parabola piena di stelle. Si fa un salto indietro nel tempo. Qui siamo nella seconda parte degli anni Venti, proprio nella fase di passaggio tra muto e sonoro. Non era forse così anche in La La Land? Nel locale dove una volta Armstrong suonava la tromba, nel film si ballava la samba. Chazelle evidenzia uno degli elementi centrali delle sue narrazioni: il punto di frattura, la transizione. È il cambiamento, intriso di spirito romantico, che distrugge i suoi eroi, cancella generazioni per farne sorgere di nuove. Nel finale di La La Land i due amanti, con uno sguardo, si interrogavano su quello che sarebbe potuto accadere a Parigi, su ciò che non è stato. Un americano a Parigi veniva utilizzato per tornare al presente, per sottolineare la dimensione onirica. E in Babylon? Si esalta la follia, l’erotismo, si entra nel firmamento, ma quella malinconia resta.

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