Critica
Il film, astratto e pensato come un viaggio ipnotico dentro l'archeologia del cinema e della nazione moderna, andrebbe proiettato insieme a Il petroliere di Paul Thomas Anderson, che ne costituisce l'integrazione opposta: una vicenda di finzione altrettanto affascinata dal passato americano.
In virtù delle musiche dense e atmosferiche di Alex Somers (consustanziali al progetto artistico), Dawson City costituisce un esempio a sé stante di cinema documentario, che da una parte estremizza l'assunto della ricerca - in fondo è la ricostruzione di un passato attraverso migliaia di immagini e fotografie - dall'altra rifiuta di farsi mero reportage, puntando invece a farsi esperienza quasi ipnotica. Consapevole di rischiare qualcosa - c'è chi si potrebbe sentire assediato, quasi frastornato, dalla musica ossessiva e seriale, e dal ripetersi dei movimenti di macchina da e verso le immagini fisse - Morrison fa in modo che le suggestioni di questa storia vera possano esprimersi in tutta la loro vaga grandiosità. Che si tratti di una grande opera sul cinema, non vi è dubbio. Come in 45 anni era il corpo di una donna, perfettamente conservato dal ghiaccio, a riproporre la sua testimonianza di amore perduto a un uomo, mettendo in crisi il suo matrimonio, questa volta è un vero e proprio archivio involontario di pellicole, a emergere dal buio. Il cinema in pellicola, del resto, ha sempre "flirtato" con i due elementi primari: le sue sono veramente "cronache del ghiaccio e del fuoco". La pellicola infiammabile ha suscitato nei cinefili metafore di passione, calore e morte (sublimate da Tarantino nell'incendio finale di Bastardi senza gloria), mentre la pellicola ghiacciata e resa intatta dal gelo possiede minor letteratura allegorica. Dawson City, da ora in poi, ne sarà pietra miliare, per spettatori curiosi e archivisti commossi dagli avvenimenti.
Morrison, in ogni caso, fa bene a non accontentarsi dell'aforisma, per quanto sorprendente. Dagli archivi di Dawson non saltano fuori solo i vecchi nitrati, ma un serbatoio di storie, foto, documenti, lettere, giornali, documenti tutti eccezionali per come raccontano - una parte per il tutto - la nazione statunitense. E se per i media fa notizia ritrovare persino i progenitori di Trump tra coloro che mettevano in piedi un piccolo business approfittando della frontiera e della corsa all'oro, per tutti gli altri sarà difficile dimenticare la Spoon River di Dawson City.
Roy Menarini, Mymovies.it