Critica
Artisti umiliati da una società che non solo non ne riconosce il talento, ma che rigetta come "inesistenti" gli oggetti delle loro opere: gli ultimi, gli emarginati, i ribelli, i diversi, gli scontenti. Perché se gli impressionisti francesi vennero osteggiati, derisi e fraintesi, agli artisti sovietici non allineati toccò una sorte peggiore: quella di essere considerati invisibili. Gli amici di Dovlatov sono pittori, scrittori, poeti, outsider destinati fatalmente a rimanere fuori dai giri che contano, raccontati nella quotidianità chiassosa e sgarrupata che si associa, universalmente, alla vita d'artista: riunioni piene di musica e parole, bottiglie di vino che girano, risate, discussioni, dibattiti, confessioni. Poco importa che la loro arte non sia riconosciuta, che sulle loro esistenze incomba il rischio dell'arresto: la vita creativa tenta sempre di resistere alla morte culturale, anche in un paese in cui "il nuovo non rimpiazza il vecchio, al massimo ne fa parte". Risuona in sintonia con la Russia moderna, e in generale con ogni paese in cui la libertà d'espressione artistica sia limitata, questa lunga canzone jazz di Aleksey German Jr, che cavalca la scusa del biopic letterario per mettere in scena un mondo in cui la comunità artistica - nonostante le pressioni politiche, le minacce, le oggettive difficoltà - resiste in autonomia, senza cedere al compromesso. Un mondo in cui gli intellettuali non si arroccano in una torre d'avorio, ma si mescolano con la gente comune e con i lavoratori, con cui condividono paure, sofferenze e privazioni in un'omogeneità che la regia sottolinea con piani sequenza, inquadrature lunghe, invasioni di campo - e la camera che spesso indugia nella scena, a esplorare il mondo anche quando il protagonista ne è uscito.
Costretto a emigrare negli Stati Uniti, Dovlatov conobbe il successo postumo, diventando una "superstar" della letteratura russa: il film è dedicato alla sua memoria e, idealmente, a quella dei tanti "nessuno" che hanno scelto di non barattare mai, a nessuna condizione, la propria libertà intellettuale.
Ilaria Ravarino, mymovies.it