Fantozzi - Cineclub Arsenale APS

loading...

FANTOZZI

di Luciano Salce

Durata: 100'
Luogo, Anno: Italia, 1975
Cast: Paolo Villaggio, Liù Bosisio, Plinio Fernando, Anna Mazzamauro, Gigi Reder, Paolo Paoloni


Sinossi

Il ragionier Ugo Fantozzi, dimenticato da molti giorni nei gabinetti murati della società ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica viene ritrovato grazie a una 'rispettosa' telefonata della moglie Pina che ha osato finalmente chiedere sue notizie. Da quel momento veniamo a conoscenza della sua vita familiare (ha una figlia, Mariangela, dall'aspetto decisamente poco invitante), del suo segreto amore (la collega signorina Silvani) e soprattutto delle vessazioni a cui è sottoposto (e a cui talvolta si auto sottopone preventivamente) al lavoro.


Critica

Cinquant'anni fa sullo schermo compariva un personaggio che, trasferendosi dalla letteratura al cinema, era destinato a rimanere nell'inconscio collettivo nonché nel linguaggio comune. Da allora lo stesso suo cognome diventava rappresentativo di una condizione non solo lavorativa ma anche mentale mentre termini come 'la nuvola fantozziana', il megadirettore galattico o la poltrona di pelle umana non avrebbero più perso il loro potere evocativo. Merito senza dubbio di Paolo Villaggio che, impiegato lo era stato davvero alla Cosider, una delle più importanti industrie impiantistiche italiane, ma anche di Luciano Salce succeduto a Salvatore Samperi a cui inizialmente si era pensato. Perché Salce sa cogliere con ironia ma anche con pietas i tratti caratteriali del personaggio che Villaggio incarna con studiata goffaggine.

Fantozzi è servile, non ha una 'coscienza politica' (come la si chiamava allora), è pronto a qualsiasi genuflessione pur di conservare il suo dolente status quo. Si può ridere di lui e delle sue 'tragiche' vicissitudini in tutti campi ma Salce è lì a ricordare a molti degli spettatori che in realtà stanno ridendo di se stessi e della propria ignavia. Allora, grazie anche alla presenza di due 'firme' della sceneggiatura italiana come Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, non perde l'occasione per fermare al punto giusto la macchina delle risate facendoci sentire quasi sensorialmente l'umiliazione subita dal Fantozzi padre dinanzi al dileggio della figlia da parte dei dirigenti, al momento della consegna dei regali natali natalizi ai figli dei dipendenti.

L'uscita dall'azienda con Mariangela che gli chiede perché l'abbiano chiamata 'Cheeta' (la scimmia di Tarazan), con il ragionier Ugo che le risponde, affermando che è esistita una diva bellissima dal nome Cheeta Hayworth, è un momento struggente di cinema. Fantozzi poi non è il solo a vivere nella mediocrità di una vita fatta di più di velleità che di veri e propri sogni. Basta osservare i suoi colleghi alla festa di Capodanno per comprendere come lui sia solo la punta di un iceberg dalle dimensioni più che considerevoli.

mymovies.it