FRIEDKIN UNCUT - Cineclub Arsenale APS

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FRIEDKIN UNCUT

di Francesco Zippel

Durata: 106'
Luogo, Anno: USA, 2018
Cast: William Friedkin, Wes Anderson, Dario Argento, Quentin Tarantino


Sinossi

Friedkin Uncut offre una visione introspettiva nella vita e nel percorso artistico di William Friedkin, regista straordinario e anticonformista di film di culto come The French Connection (Il braccio violento della legge), The Exorcist (L’esorcista), Sorcerer (Il salario della paura), Cruising e To Live and Die in L.A. (Vivere e Morire a Los Angeles). Per la prima volta Friedkin si mette in gioco intimamente e decide di guidare il pubblico in un affascinante viaggio attraverso i temi e le storie che maggiormente hanno influenzato la sua vita e il suo percorso artistico.
Il titolo del documentario riflette al tempo stesso la schiettezza e l’eccentricità di Friedkin, elementi che hanno contribuito nel tempo a caratterizzarne l’eccezionale abilità di storyteller. Ma Friedkin non è solo in questa lunga e appassionata narrazione. Un cast “stellare” di amici e collaboratori ha deciso di partecipare a questo film che da semplice omaggio si trasforma con il passare dei minuti in un vero e proprio saggio in cui grandi registi, straordinari attori e perfino celebrati direttori d’orchestra si uniscono a Friedkin per riflettere sul significato dell’essere artisti e sulla bellezza del mettersi in discussione in nome di una “vocazione” vissuta nella dimensione autentica di un lavoro. Un lavoro da eseguire al meglio del proprio talento.


Critica

Un inizio scioccante e dirimente, divisivo: o con me o contro di me. Come è sempre stato per William Friedkin e per il suo cinema, accusato di ogni possibile malefatta, censurato e osteggiato, ma allo stesso tempo adorato da fan ed emuli del regista di L'esorcista.

Dal canto suo Friedkin fa di tutto per rimanere sopra le righe. Il documentario-intervista ne stimola l'atteggiamento istrionico e vagamente machista, agevolando uscite come "le prove prima di girare sono roba per femminucce, per mezze calzette". Ma se qualcosa forse poteva essere escluso in fase di montaggio, il film di Zippel ha il pregio di far emergere con vigore a natura l'uomo Friedkin, lontano dalla macchina da presa. Una spavalderia tutta americana, che dialoga e contrasta, in un accostamento voluto, con l'atteggiamento di Fritz Lang, oggetto nel 1975 di analogo trattamento (con Friedkin nei panni che oggi sono di Zippel).

Ma il principale interesse tanto di Zippel che degli spettatori resta concentrato sulla carriera del nostro, che si interseca via via nel flusso autobiografico dell'intervista. Una sequenza di titoli fondamentali e appartenenti a generi molto diversi tra loro, difficili da attribuire al medesimo autore. L'esorcista e il suo incredibile successo, Il braccio violento della legge e l'abbattimento di steccati dell'hardboiled, Il salario della paura e la delusione di un flop costosissimo (oggi cult). Una carriera singolare e proprio per questo, forse, esemplare su come sia travagliata la relazione tra Hollywood e autori.

Emauela Sacchi, mymovies.it