Il pianeta in mare - Cineclub Arsenale APS

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IL PIANETA IN MARE

di Andrea Segre

Durata: 93'
Luogo, Anno: Italia, 2019
Cast:


Sinossi

Marghera nel documentario di Andrea Segre appare come un luogo irreale e astratto, uno spazio metafisico e ancorato, intersecato di viali che si prolungano all’infinito, cesellato di piccole case geometriche isolate nel verde. La sua immagine speculare è il porto commerciale, caotico e decaduto, duemila ettari di industria e cantiere, 135 chilometri di binari, 18 canali portuali, quaranta di strade interne dove il regista incontra impiegati in pensione, manager, operai stranieri, camionisti e la cuoca dell’ultima trattoria rimasta. Avamposto a prezzi modici per avventori sopravvissuti alla fine del Petrolchimico.


Critica

Cento anni fa si ponevano le basi per quella che sarebbe diventata Marghera, la città-fabbrica che segnerà la storia recente di tutto il Nord-Est. Dragando il fondo della memoria come due ex operai quello del mare, Segre pesca nella melma nera di agenti chimici la storia dell’aria industriale lagunare che conserva tra i reperti e le vestigia tutta la vitalità e la speranza di un’epoca.

Alle riprese di Segre fanno da contrappunto le immagini di repertorio dell’Istituto Luce, alimentando un dialogo tra un passato prossimo di epiche lotte proletarie e un presente di precarietà che manca di volontà progettuale. A introdurre lo spettatore a questo spazio archeologico affondato nel mare sono gli operai di ieri, che ripercorrono come fantasmi i luoghi della loro impresa conservando nel DNA gli antichi gesti, e quelli di oggi, quasi tutti immigrati, che costruiscono mostri da crociera e vorrebbero soltanto tornare a casa.

Lucido ed empatico, Il pianeta in mare riflette sul rapporto tra scenario politico e quella che potremmo definire la natura umana, isolando alcuni soggetti che danno pienamente conto del cambiamento in atto. Un vecchio operaio siciliano che ha perduto negli anni ogni inflessione dialettale, incarna da solo il periodo delle migrazioni interne che per decenni hanno fornito alle regioni più sviluppate la manodopera di cui avevano bisogno. Ma il Mezzogiorno si svincola dal destino di serbatoio di offerta di lavoro a cui attingere con l’innesco delle migrazioni dall’estero. Occupazioni ritenute marginali o logoranti attraggono manodopera straniera, cambiando gli ‘attori’ e promuovendo l’inserimento economico e sociale degli immigrati, all’inizio soprattutto informale, poi sempre più formalizzato.

Marzia Gandolfi, mymovies.it