Il sol dell'avvenire - Cineclub Arsenale APS

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IL SOL DELL'AVVENIRE

di Nanni Moretti

Durata: 95'
Luogo, Anno: Italia, 2023
Cast: Nanni Moretti, Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Flavio Furno


Sinossi

Giovanni, regista italiano in ambasce tra una moglie in analisi e un produttore sull'orlo del fallimento, ha smesso di credere nell'avvenire. A immagine del suo protagonista, figura di prua dell'Unità e della sezione comunista del Quarticciolo, vuole 'farla finita' col mondo che avanza in direzione ostinata e contraria: la consorte ha deciso di investire su un giovane regista de-genere, la figlia di sposare un uomo (molto) più vecchio di lei, la sua attrice principale di improvvisare l'amore in un racconto politico e poi c'è Netflix che produce cinema in scatola. Tra una canzone e un refrain, arriva in fondo al suo film, ambientato nella Roma del '56, quella della nevicata storica, delle prime luci elettriche e delle sezioni comuniste in subbuglio dopo l'ingresso dei carri armati sovietici e Budapest. Dietro alle barricate della (sua) esistenza, risponde al fuoco nemico e resiste all'artiglieria amica ma finirà per arrendersi alla parte migliore di sé, conducendo una tribù di attori fedeli dove il sole sorge ancora e il vento finalmente si posa.


Critica

C'è un motivo ricorrente nell'opera di Nanni Moretti che Pierre Sky in un saggio postumo definiva "chant-contre-chant". Non si tratta di una canzone usata a scopo illustrativo in un film ma di una sovrapposizione di voci, i personaggi riprendono il brano che ascoltano attraverso l'autoradio, il giradischi o il juke-box, collocati sovente al centro della scena. La canzone è un processo narrativo che attraversa l'intera storia del cinema parlato ed è supportata da solidi riferimenti, Jacques Demy su tutti, ma in Moretti è onnipresente e costituisce il motore del suo cinema, del suo nuovo film. L'autore accorda la sua voce con la canzone, che risuona chiaramente con gli eventi che affronta il suo personaggio e coi ritornelli che conosciamo a memoria. Fissato con le scarpe, pantofole e sabot esclusi, la Sacher e la Nutella, nutre un'ossessione altrettanto magnifica per la canzonetta e sogna un film nel film: una storia d'amore sulle note di motivi italiani. E allora Tenco 'suona' sulla dolce vita di un giovane Moretti incalzato dal vecchio che lo invita a scambiare l'aforisma sentenzioso di Michele Apicella con un bacio. Perché quella silhouette di spalle, che semina al vento pensieri e si concede digressioni a forma di interludi musicali, non è "il solito Moretti". Il sol dell'avvenire è la fine e l'inizio di qualcosa, una sorta di apoteosi (s)canzonata e struggente in cui l'autore materializza i suoi pensieri senza ostacoli, si lancia in brevi e squisite sfuriate contro la violenza al cinema, contro le piattaforme, i sabot, l'improvvisazione, Stalin, ridimensiona il compiaciuto sussiego, chiede alla moglie di non lasciarlo e all'improvviso si mette a cantare come in un film di Demy, a ballare, a tirare calci ad un pallone. Si lascia portare dalla musica e noi andiamo con lui, i suoi attori vanno con lui, girando come i dervishes turners di Franco Battiato.

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