Inferno - Cineclub Arsenale APS

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INFERNO

di Dario Argento

Durata: 106'
Luogo, Anno: Italia, 1980
Cast: Eleonora Giorgi, Alida Valli, Leopoldo Mastelloni, Gabriele Lavia, Feodor Chaliapin


Sinossi

Una ragazza di New York scopre che la casa dove abita è sede di una delle tre Madri degli inferi (le altre due si trovano in altre case rispettivamente a Roma e a Friburgo). La poverina muore orribilmente, ma fa in tempo ad avvertire il fratello che riuscirà a sventare l'orribile minaccia


Critica

Quando Inferno uscì in Italia, nel marzo del 1980, furono – fummo – in pochissimi ad accorgerci che era un capolavoro. Anzi, più di un capolavoro: il film totale, l’alfa e l’omega del cinema di Dario Argento. Tutto ciò che era venuto prima di Inferno, i gialli zoologici, Profondo rosso, Suspiria, apparivano necessariamente come un progresso destinato a giungere a questo punto di arrivo. Tutto quello che ne sarebbe seguito, non poteva che essere un cammino in discesa, una lenta eclissi. Per anni abbiamo sperato che la terza fase, la Terza Madre, potesse completare la Grande Opera argentiana con una nuova apoteosi. Poi abbiamo capito che Inferno apriva e nello stesso tempo chiudeva il ciclo. Che era auto-concluso, auto-esplicativo, bastava a se stesso. Che era Inferno la Grande Opera alchemica che Argento aveva iniziato e portato a termine nello spazio di quegli ottanta minuti scarsi di film. Lo capimmo subito, fin dal prologo, quando Rose Elliot (Irene Miracle) traduce le minacciose righe latine delle Tre Madri – enfatizzate dalle inquadrature in dettaglio del testo, alternate agli occhi avidi della lettrice e accompagnate dalla musica dolce di Keith Emerson – che questo viaggio argentiano ci avrebbe condotto da qualche parte nuova nel suo universo, in una zona realmente infera e sotterranea in cui nulla sarebbe stato preventivabile.

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