Critica
Ideologia, passione, creatività, senso civico. Alessandro Scippa nel suo docufilm cerca di ricostruire il ritratto di Maurizio Valenzi nel periodo in cui è stato sindaco di Napoli, dal 1975 al 1983, e ricordando quella eccezionale esperienza far rivivere i colori e le inquietudini di una stagione decisiva della storia della città e dell’Italia stessa. Dal coro delle voci dei protagonisti dell’epoca struttura un racconto a due tempi grazie al montaggio di Mauro Santini, estrapola frammenti dell’AAMOD, l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, e li mette a confronto con i ricordi di coloro che lo affiancarono in un’avventura particolare, insolita, con una giunta comunista segnata dalla precarietà di una maggioranza relativa ed il sostegno esterno della democrazia cristiana. Il racconto restituisce alle parole quel peso dimenticato nelle dichiarazioni vuote, continue ossessive ed inutili della politica dei social media, parole ponderate e responsabili, dettate dalla consapevolezza di rivolgersi ad una società civile molto più attenta a tutelare sé stessa. La figura dell’uomo prende forma dalle testimonianze dirette dei familiari, dei compagni di lotta, di coloro che magari incrociarono la sua vita da avversari e per un momento camminarono con lui fianco a fianco. Lo spirito di sacrificio, l’abnegazione a servizio del prossimo, la decisione di trascurare una parte della propria sfera personale per raggiungere degli obiettivi comunitari, sono tutti dettagli di una persona disposta a rincorrere un sogno, a lottare contro le ingiustizie, senza favoritismi, ed a pensare al progresso solo come risvolto positivo di una crescita collettiva. Sullo sfondo la città, piena di problemi, l’ombra del terrorismo e la criminalità organizzata, la mancanza di lavoro, la crisi dell’Italsider nel disatro di Bagnoli, con le piazze invase dai sostenitori di quella utopia che si sarebbe purtroppo sfaldata in seguito al devastante terremoto in Irpinia del 1980. Dalle foto emerge la partecipazione, il bisogno ancora vivo di trovare insieme motivazione nella lotta sulla spinta di una visione, di una guida così testardamente convinta di sfidare i problemi, dalla personalità trascinante ed un potere di persuasione. Il potere.
Il film di Scippa è anche questo, delinea abitudini di governo ormai abbandonate, una vocazione da vivere con trasporto e coinvolgimento senza boria e pressapochismo, ignoranza e presunzione, requisiti richiesti nel curriculum per aspirare oggi ad una candidatura, con il pessimo risultato di aver svuotato le piazze per la rinuncia ad una speranza di cambiamento.
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