MADRE - Cineclub Arsenale APS

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MADRE

di Rodrigo Sorogoyen

Durata: 129'
Luogo, Anno: Spagna, 2019
Cast: Marta Nieto, Jules Porier, Àlex Brendemühl


Sinossi

Sono trascorsi dieci anni dalla scomparsa del figlio di Elena, allora un bambino di sei anni. Dieci anni da quella telefonata in cui, solo e sperduto su una spiaggia delle Landes, le aveva detto che non riusciva più a trovare suo padre. Oggi Elena vive su quella spiaggia e lavora in un ristorante in riva al mare. Devastata da quel tragico episodio, va avanti con la sua vita, alla meno peggio. Fino al giorno in cui incontra un adolescente che le ricorda troppo il figlio scomparso.


Critica

Percorso da sempre molto originale e vivido quello del regista Rodrigo Sorogoyen, che da tempo ormai si è dimostrato esperto nel sapere turbare, emozionare e catturare l’attenzione del pubblico con film perfettamente strutturati per colpire nel profondo e impressionare con temi e problematiche particolarmente difficili e scomode. Tuttavia né Il Regno, nè Stockholm o Che Dio ci Perdoni erano arrivati a essere così personali, così coinvolgenti e potenti come questo Madre, che fino ad ora è sicuramente la sua opera migliore, quella più intima e matura.

Anche la più spiazzante e complessa, una scommessa e un continuum di non indifferente potenza, visto che riprende ed espande l’omonimo corto che lo pose all’attenzione della critica nel 2019, fruttandogli una nomination all’Oscar. Protagonista è ancora Marta Nieto, nei panni di Elena, madre separata spagnola 29enne il cui figlio di appena sei anni, in vacanza sulla costa francese col padre, un bel giorno le telefona in preda al panico, trovandosi abbandonato improvvisamente dal genitore nella spiaggia deserta. Nonostante ci provi in ogni modo, Elena perde ogni contatto con il figlio Ivan, di cui non viene a saper più nulla.

Dieci anni dopo, Elena a 39 anni lavora sullo stesso tratto di costa francese dove Ivan è uscito dalla sua vita, in un risto-bar in una delle zone più visitate da turisti e giovani, e sta cercando di ricominciare con la sua vita spezzata e in frantumi. Tuttavia l’incontro fortuito con il giovane Gregory (Jules Porier) la porterà a cercare di compensare l’orribile strappo subito dalla sua maternità… o forse anche altro? Perché di lì a poco tra Elena e il giovane e un po’ vanitoso 16enne, comincia uno strano gioco a metà tra seduzione e amicizia, che porterà Elena a perdersi completamente. O a ritrovarsi?

Film molto difficile questo Madre, film che non ha uno stile definito, non ha neppure un’atmosfera definita, preso com’è nell’ondeggiare tra dramma, giallo, esistenzialismo e commedia agrodolce. Tuttavia se non vi è certezza per quello che riguarda il genere a cui appartiene Madre, chiaro è l’intento di Sorogoyen di portare in superficie una quantità veramente importante di sensazioni, emozioni, turbamenti e (perché no) anche sorrisi di quando in quando.

Di base tuttavia si intuisce una visione dell’umanità come fiera della solitudine, come sentiero perennemente in bilico tra tragedia e normalità, commedia di maschere che più che pirandelliane, sono il totem di una disperazione e incompletezza mai risolte. Di certo potente è il tema dell’abbandono, del dolore, della maternità recisa dalla sorte che si ripresenta sotto altre forme, sovente torbide, così come della distanza tra i due sessi, non solo tra le diverse età che sono presenti in questo iter narrativo.

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