Maria - Cineclub Arsenale APS

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MARIA

di Pablo Larraín

Durata: 123'
Luogo, Anno: Germania, USA, Emirati Arabi Uniti, Italia, 2024
Cast: Angelina Jolie, Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Haluk Bilginer, Kodi Smit-McPhee


Sinossi

Parigi, 1977. A distanza di anni dal suo ritiro dalle scene, la leggendaria soprano Maria Callas vive nel suo appartamento insieme ai suoi due domestici Ferruccio e Bruna. Ormai affetta da una dipendenza da farmaci e segnata dalla perdita della sua straordinaria voce, Maria trascorre le sue giornate tra passeggiate per le strade di Parigi, esercizi canori e ricordi del suo passato glorioso. Attraverso una serie di flashback, sequenze oniriche e interviste immaginarie, il film ci immerge nella mente tormentata della Divina, svelando le sue paure, i suoi dubbi, le sue gioie e i suoi dolori nei giorni precedenti alla sua prematura scomparsa all'età di 53 anni.


Critica

Larraín insieme allo sceneggiatore Steven Knight decide di focalizzarsi sull’ultima settimana di vita della soprano (morta a Parigi il 16 settembre 1977 a 53 anni) raccontando il tracollo psicofisico che la portò a finire i propri giorni in solitudine, lontana dagli affetti, dalla famiglia e dal mondo dell’arte cui si era consacrata per tutta la vita. Attraverso una serie di flashback e inserti onirici il film mostra poi alcuni episodi chiave della vita della Divina – da un lato i grandi successi della sua carriera, dall’altro i momenti privati, soprattutto con Aristotle Onassis, il grande amore della sua vita per il quale si consumò fino alla fine – sottoforma di confessione, con Maria che si racconta a un’immaginaria troupe cinematografica per un’autobiografia che non vedrà mai la luce. Il cinema di Larraín confonde i piani, mischia i registri dell’immagine e crea un tessuto visivo estremamente complesso che mira a creare, come sempre, un connubio inscindibile tra forma e contenuto. Maria Callas, cui il regista assegna il volto e il corpo di Angelina Jolie, ben poco somigliante nell’aspetto, ma con un’assonanza che potremmo definire spirituale, di diva decadente, piuttosto accentuata – e anche vagamente spietata – diventa dunque un’eroina tragica, destinata alla morte come la protagonista di un’opera e fusa talmente alla propria arte da non poterla disgiungere dalla vita reale. Proprio per questo la dimensione reale non esiste in Maria.
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