Parola di Dio - Cineclub Arsenale APS

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PAROLA DI DIO

di Kirill Serebrennikov

Durata: 118'
Luogo, Anno: Russia, 2016
Cast: Pyotr Skvortsov, Aleksandr Gorchilin, Aleksandra Revenko


Sinossi

Veniamin non è come gli altri studenti del liceo che frequenta. Benché animato da uno spirito polemico e ribelle, la sua ribellione non va nella direzione caratteristica della sua età, non pretende più libertà, più equità e meno imposizioni ma semmai più regole. Le regole che vuole fare imporre sono a suo dire le uniche che valga la pena rispettare, quelle cioè della Bibbia. Citando a memoria ampi tratti Veniamin riesce ad imporre l'uso del costume intero invece del bikini nell'ora di educazione fisica e poi prende di mira l'insegnante di biologia. Protesta contro l'educazione sessuale libertaria e anticoncenzionale da lei impartita e poi anche contro il fatto che insegni l'evoluzionismo.


Critica

Tratto da un’opera teatrale di Marius von Mayenburg, Parola di Dio è un film di guerra ambientato in una scuola media. Una guerra di religione, ma anche la guerra di un ragazzo e di un’insegnante contro un’istituzione che – per ragioni opposte – si rifiutano di abbracciare. La violenza che muove i due protagonisti verso il dogmatismo e la negazione del dialogo si manifesta in continue citazioni bibliche (il cui riferimento preciso Serebrennikov dà in sovrimpressione, donando così autorevolezza anche a quelle dell’insegnante) e in concitati scontri verbali che investono solo marginalmente gli altri. Scontri che suscitano a volte ilarità nello spettatore, ma hanno più spesso l’effetto di farlo rabbrividire per l’assolutismo esagerato di ciò che sta venendo detto. Serebrennikov costruisce quasi ogni scena attorno a un pianosequenza, affidandosi così molto alla bravura dei suoi attori e venendone ottimamente ripagato. I dialoghi tengono un ritmo concitato in ogni occasione e risultano didascalici sono quando vogliono esserlo. La morale del racconto traspare infatti pian piano durante la proiezione, perché come ogni parabola anche questa non è da intendersi in senso letterale, e anche se il film si concede pochissimi momenti di pausa lo spettatore ha comunque modo di riflettere già durante la proiezione su ciò che sta guardando. E sta guardando, appunto, un film di guerra. Una guerra combattuta tra due sole persone ma con molte altre prese nel mezzo. E come in tutte le guerre, alla fine non ci sono veri vincitori. Solo vittime.

Alberto Cassani, Cinefile.biz