Quarto potere - Cineclub Arsenale APS

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QUARTO POTERE

di Orson Welles

Durata: 120'
Luogo, Anno: USA, 1941
Cast: Everett Sloane, Paul Stewart, Joseph Cotten


Sinossi

Il miliardario Charles Foster Kane, prima di morire, pronuncia la parola “Rosabella”: un giornalista ne ripercorre la tumultuosa biografia di magnate dell’industria editoriale e candidato alla carica di governatore.


Critica

Quarto potere distruggeva le regole su cui fino ad allora era costruita la grammatica del cinema. A cominciare dal fallimento del giornalista che doveva scoprire il senso dell’ultima parola di Kane («Rosebud», in italiano «Rosabella»), il film vuole affermare la difficoltà di trovare una verità che non sia anche contraddittoria. E lo fa proprio a partire dalle immagini, dalla loro non immediata decifrazione, coinvolgendo la totalità del fare cinema, non solo con la storia di una inchiesta che si concluderà con un nulla di fatto ma anche con le immagini che la raccontano. La profondità di campo che il regista chiede al direttore della fotografia Gregg Toland (mettendo a fuoco tutto quello che è all’interno dell’inquadratura e non solo ciò su cui il cinema fino ad allora voleva attirare l’attenzione) non insegue un maggior realismo ma piuttosto la creazione di una nuova «forma simbolica», capace di distruggere la gabbia prospettica del cinema classico per spingere lo spettatore a mettere in discussione le proprie certezze. Lavorando su diversi piani spaziali, utilizzando un grandangolo che allarga l’immagine non solo orizzontalmente ma anche verticalmente (mostrando spesso anche i soffitti, fino ad allora pochissimo inquadrati) Welles offre così allo spettatore una «libertà di sguardo» che il cinema non aveva mai offerto prima. E che insegnerà a tutti un nuovo modo di filmare.

Paolo Mereghetti, corriere.it