Scipione l'africano - Cineclub Arsenale APS

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SCIPIONE L'AFRICANO

di Carmine Gallone

Durata: 120'
Luogo, Anno: Italia, 1937
Cast: Annibale Ninchi, Camillo Pilotto, Fosco Giachetti, Isa Miranda, Francesca Braggiotti


Sinossi

Dopo la disfatta di Canne, nel 208 a.C. il senato romano affida a Publio Cornelio Scipione il compito di combattere Cartagine. Con l'aiuto di Massinissa Scipione sconfigge Annibale a Zama. Il più grande sforzo produttivo del regime fascista nel campo della propaganda imperiale con espliciti riferimenti celebrativi alla conquista dell'Etiopia e all'oratoria di Mussolini. Più che un aggancio ai fasti del cinema storico muto, il magniloquente film rivela la predisposizione per l'opera lirica nello sfarzo scenografico, nello statico impiego delle masse, nell'enfasi della recitazione. Premio per il miglior film italiano a Venezia nel 1937.

ilMorandini


Critica

Scipione l’Africano” fu realizzato in dieci mesi di lavoro e costò circa otto milioni di lire. Costituiva il maggior sforzo organizzativo realizzato dall’industria cinematografica per l’impiego di masse, per la fastosità degli interni e per le imponenti ricostruzioni. Nonostante ciò, fu considerato dalla critica dell’epoca un totale fallimento per diversi motivi: rappresentava un film d’opera sia per la costruzione drammaturgica e le comparse (come il coro) che per la musica e la recitazione teatrale; non esisteva collaborazione tra i vari, anzi troppi, aiuto-registi; altri puntavano il dito contro la produzione e non il regista, considerato soltanto un coordinatore. Negativa era considerata l’interpretazione di Annibale Ninchi nel ruolo di Scipione, non amato dalla folla, poco carismatico. Non riusciva a trasportare sullo schermo la figura forte e audace del condottiero romano, al contrario del personaggio di Annibale interpretato da Camillo Pilotto. La cattiva interpretazione della figura di Scipione accentuò di conseguenza il carattere melodrammatico del film. Si leggeva chiaramente la differenza con i kolossal americani, che erano basati su regole ferree e divisioni di compiti supervisionati dal produttore. Giudizi abbastanza duri su “Scipione l’Africano” si riscontravano anche nella critica moderna. Carlo Lizzani scriveva: Scipione l’Africano è il classico colosso d’argilla che vorrebbe glorificare impossibili parentele fra fascismo e romanità. Tanto è ridondante il film, quanto provinciale e penosa l’illusione di Mussolini di rassomigliare ai Cesari.

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