Senza Lucio - Cineclub Arsenale APS

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SENZA LUCIO

di Mario Sesti

Durata: 86'
Luogo, Anno: Italia, 2014
Cast: Lucio Dalla, Charles Aznavour, John Turturro


Sinossi

Il 1 marzo 2012 la morte di Lucio Dalla, personalità tra le più poliedriche che la scena artistica italiana abbia conosciuto, ha scatenato un'ondata di molteplici, affettuose reazioni, radicate com'erano nell'immaginario del Paese le sue canzoni. Senza Lucio di Mario Sesti vuol rendere soprattutto giustizia a questo mare emozionale, attraverso le parole e le immagini private di alcuni amici e collaboratori tra i più stretti. Evitando la strada convenzionale del documentario biografico - costruito cioè su sicure basi d'immagini d'archivio e climax musicali di facile impatto emotivo - lavora appunto sulle ragioni dell'assenza che un autore così creativo, curioso e istintivamente empatico ha lasciato nei singoli.


Critica

In Senza Lucio dicono infatti tanto del cantautore bolognese non solo gli intervistati "vip" (alcuni con dei flash brevissimi, per quanto intensi, come Arbore, Aznavour, Rossellini, Turturro), quanto le immagini della natura verso cui Dalla correva in cerca di meraviglia e ispirazione: il mare delle Tremiti, Sorrento, la Puglia e il panorama incoercibile dell'Etna. La macchina da presa cioè tenta di farci vedere quei paesaggi e quei volti con la sua stessa intenzione, curiosità, amore per la vita e la bellezza. Chi si aspetta di conoscere verità non rivelate dell'autore di Caruso (più volte citata) non troverà qui se non la conferma di una contraddizione a tratti sconcertante quanto umanissima: la proporzione diretta tra espansività dell'artista - a sua volta catalizzatore di talenti e creatore di reti virtuose - e l'assoluta riservatezza, quasi omertosa, sulla propria vita privata, qui spiegata dal teologo Enzo Bianchi come una necessaria esigenza di mistero. Il film trova l'equivalente di questa discrezione nell'assenza in video di Alemanno (se non per un momento topico: la visione casalinga di Milk di Gus Van Sant). Senza Lucio è in primis un'indagine sull'instancabile ricerca di uno sperimentatore, amante del cinema e delle arti performative (indimenticabile la sua sigla jazz che per anni ha introdotto i film del lunedì sulla Rai). Ma anche, implicitamente, un risarcimento per Alemanno, una compensazione che Sesti sembra volergli attribuire, a controbilanciare la sua esclusione dalla gestione dell'eredità artistica dell'amico. In nome di tutti gli altri che hanno amato Dalla sta il ricordo precisissimo di Toni Servillo, che identifica il vero motivo: la sua capacità di farci sentire proiettati nel nuovo, nello sconosciuto, nel futuro. Forse un po' troppo educato ma indubbiamente generoso, seduta tra amici che esorcizzano il senso di perdita e insieme pedinamento di una carriera meravigliosa e felicemente interdisciplinare, Senza Lucio riecheggia rispettoso tra orecchie e cuore, come i vocalizzi leggeri di quel corsaro della fantasia.

Raffaella Giancristofaro, MyMovies