The Dissident - Cineclub Arsenale APS

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THE DISSIDENT

di Bryan Fogel

Durata: 119'
Luogo, Anno: USA, 2020
Cast:


Sinossi

Opinionista e giornalista saudita che negli anni aveva assunto posizioni sempre più critiche verso il regno del suo paese, fino a lasciarlo per rifugiarsi in America dove scriveva per il Washington Post, Jamal Khashoggi fu ucciso all'interno del consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul, dove si era recato per ottenere un certificato necessario alle prossime nozze con la fidanzata, Hatice Cengiz.


Critica

Il brutale assassinio di Khashoggi, avvenuto nell'ottobre 2018, è uno di quegli eventi che sfida la percezione tutta contemporanea di un mondo ultra-visibile, ultra-connesso e ultra-trasparente. Il tipo di mondo in cui una potenza globale non potrebbe permettersi di far "scomparire" una persona scomoda che delle telecamere hanno accompagnato fino alla sua soglia. Eppure è ciò che è successo, nella quasi totale impunità sulla scena internazionale, con il ruolo dell'Arabia Saudita e in particolare del suo famoso principe Mohammed bin Salman. Ne indaga la vicenda il nuovo documentario di Bryan Fogel, il quale con il precedente Icarus (su un vasto programma statale di doping sportivo in Russia) era arrivato a vincere un Oscar, e che qui affronta una storia ancora più incredibile, tragica e spinosa. Quanto accaduto a Jamal Khashoggi è in realtà abbastanza auto-evidente, e il merito di The Dissident non risiede tanto nella componente investigativa, né nella capacità di portare alla luce nuovi elementi sull'omicidio, ma piuttosto nel disporre le informazioni già conosciute di fronte allo spettatore in modo ordinato, che renda lampante la dimensione sia personale che globale dell'intrigo. Di quanto accaduto quel giorno all'interno del consolato sono ormai note perfino le trascrizioni dei dialoghi tra gli agenti sauditi che discutevano di come sbarazzarsi del corpo di Khashoggi, una sezione che occupa la parte centrale dell'opera e che costituisce un pezzo di lucidissimo cinema documentario. Oltre alla ricostruzione del momento, Fogel si appoggia principalmente a due figure centrali come quelle di Cengiz (fidanzata) e Abdulaziz (collega attivista), entrambe legate personalmente al "dissidente" del titolo ed entrambe tragicamente coinvolte nella sua morte, la prima perché il pretesto per attirare Khashoggi nel consolato era un documento necessario al loro matrimonio, e il secondo perché hackerato dal governo saudita, operazione che rivelò la pericolosità delle loro iniziative future.

Tommaso Tocci, mymovies.it