Tornare - Cineclub Arsenale APS

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TORNARE

di Cristina Comencini

Durata: 107'
Luogo, Anno: Italia, 2020
Cast: Giovanna Mezzogiorno, Vincenzo Amato, Beatrice Grannò


Sinossi

Dopo una lunghissima assenza, Alice torna dagli Stati Uniti, dove è diventata una giornalista affermata, alla casa sul mare dove ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza per assistere al funerale del padre, un ufficiale americano in forza alla base Nato di Napoli. Dopo la cerimonia la donna decide di restare in quella dimora così familiare e allo stesso tempo sepolta nella sua memoria: la stessa che il padre aveva perso a poco a poco, conservando solo i ricordi più lontani. A poco a poco, a contatto con la casa paterna, anche i ricordi di Alice riaffiorano, e hanno la concretezza del presente: la donna comincia infatti a dialogare con una diciottenne che altri non è che se stessa da ragazza. Sarà l'inizio di un percorso a ritroso che la porterà a fare scoperte sconvolgenti su chi è stata e perché ha finito per andare a vivere tanto lontano.


Critica

Dopo quattordici anni Cristina Comencini torna a dirigere Giovanna Mezzogiorno nel suo lungometraggio. Con il precedente film, “ La bestia nel cuore”, ci sono parecchie analogie e soprattutto il desiderio della protagonista di andare a riscoprire tracce della propria infanzia e adolescenza alla ricerca di realtà rimosse e significative nella sua formazione. In “Tornare”, la protagonista Alice è una donna di quarant'anni che vive in America e che si ricongiunge alla sua famiglia di Napoli in occasione della morte del padre, un militare della Marina americana. Siamo negli anni ‘90 e insieme alla sorella decidono di vendere l’incantevole villa sul mare nella quale sono cresciute. Prima però devono liberarla di un’infinità di mobili e oggetti. Alice risiede nella casa e in una sorta di viaggio onirico incontra se stessa all’età di diciassette anni. Era una ragazza ribelle, anticonvenzionale, voleva uscire, divertirsi, flirtare con i ragazzi, ma doveva fare tutto di nascosto dal rigido e autoritario padre. Nella villa incontra anche Marc, amico di famiglia che aveva assistito il genitore nell'ultimo periodo della malattia, e tra i due sembra nascere una relazione sentimentale. Ma Alice deve fare i conti con un passato doloroso e rimosso, deve spiegarsi le dinamiche di quello che le è successo, del perché sia stata trasferita in America dai suoi genitori. Successivamente incontra nella casa una bambina e ancora una volta intuisce che si tratta di se stessa, come era a dieci anni, libera, vivace e con un forte e fanciullesco desiderio di scoprire il mondo. Al presente Alice procede nella sua vita con occhi stanchi, ha poco entusiasmo, parla sottotono ma il destino l’ha riportata nel luogo in cui tutti i suoi drammi familiari si sono consumati. Ora deve solo ricostruire la matassa del suo traumatico passato. Come la regista ha dichiarato, si tratta di un film su un tempo non lineare: la staticità del passato secondo l’idea comune viene ribaltata, la percezione del vissuto può essere riformulata, reindagata, riscoperta. Anche i vecchi stati d’animo, gli entusiasmi giovanili, i desideri ludici dell’infanzia si possono rievocare, quasi come in una rinascita o addirittura una resurrezione. Alice è una donna abusata, ma l’abuso è quasi poca cosa rispetto a una sequela di ulteriori abusi che deve soffrire, quasi tutti perpetrati da una società maschile degli anni sessanta. L’abuso viene visto come qualcosa di terapeutico da qualcuno che pensa di amarla e poi negato da qualcun’altro che pure dovrebbe amarla. Molto del narrato si svolge nella dimora sul mare, un po' fatiscente e ancora arredata coi mobili d’epoca. Si tratta di una scelta indovinata da parte della regista, poiché presta il fianco a un simbolismo pertinente: la villa, protesa tra cielo, mare e terra, possiede delle fondamenta che si fondono con le grotte marine sottostanti. Alice nelle varie fasi della sua età sperimenta tutta una serie di possibilità lecite o segrete per entrare e uscire dall'abitazione, per recarsi nel mondo esterno o per scendere nelle profondità dei suoi antri. Non è solo un tornare dall'America il suo, è un tornare nel profondo, è un tornare indietro nel tempo, è un tornare a riprendersi quello che le spetta di diritto, ossia la chiarezza sul suo passato.

Marco Marchetti, Ecodelcinema