Whiplash - Cineclub Arsenale APS

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WHIPLASH

di Damien Chazelle

Durata: 105'
Luogo, Anno: USA, 2015
Cast: Miles Teller, J.K. Simmons, Melissa Benoist, Paul Reiser, Austin Stowell


Sinossi

Andrew Neiman ha 19 anni e sogna di diventare uno dei migliori batteristi jazz della sua generazione. La concorrenza al conservatorio di Manhattan, però, è feroce e lui si allena duramente, anche per non ripercorrere il fallimento di suo padre, aspirante scrittore la cui carriera non è mai decollata. Il suo primo obiettivo è quello di entrare a far parte dell'orchestra diretta da Terence Fletcher, insegnante crudele e intransigente, che non si ferma di fronte a nulla pur di esaltare il potenziale di un suo studente...


Critica

La storia della matricola spinta oltre i propri limiti, dalle circostanze o da un addestratore aguzzino, è un classico del cinema sportivo o di guerra (vengono in mente 'Rocky' di Stallone o 'Full Metal Jacket' di Kubrick, qui apertamente citato, ma gli esempi sono numerosi). Il bello di 'Whiplash' è che traspone questo scontro sempre molto fisico, ma di natura squisitamente spirituale, nel mondo presumibilmente più 'educato', ed esteticamente esigente, della musica. (...) lo scontro ha una sua cornice che garantisce verosimiglianza psicologica e sodale ai personaggi e all'ambiente. E anche il lato musicale è curatissimo e mai banale, trattandosi di jazz. Ma si sa che teatro, soprattutto al cinema (da Bergman a 'Birdman'), vuol dire metafisica: ogni palcoscenico, con i suoi tagli di luce e il suo definire in pochi metri un mondo a parte, è un invito a evocare dall'ombra i demoni più spaventosi. E affrontarli. La regia del giovane ma già espertissimo Chazelle sfrutta a dovere questa suggestione soprattutto nel lavoro sugli attori. Difficile, uscendo dal film, immaginare altri che J.K. Simmons nei panni del terribile Fletcher. Il suo fisico nervoso, tutto occhi, mani, nervi e muscoli sotto il completo total black, ne fa davvero una creatura astratta, un'allucinazione. E sono i gesti con cui dirige, o fulmina un allievo, a incantarci. Un gran film sulla musica insomma, anzi sul suo potere. O forse sul potere tout court.
Fabio Ferzetti, Il Messaggero, 12 febbraio 2015