Wolfkin - Cineclub Arsenale APS

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WOLFKIN

di Jacques Molitor

Durata: 90'
Luogo, Anno: Lussemburgo, 2022
Cast: Louise Manteau, Victor Dieu, Marja-Leena Junker, Marco Lorenzini, Jules Werner


Sinossi

Bruxelles. Elaine, mamma single dopo che il suo partner Patrick se l'è misteriosamente filata ancor prima della nascita del figlioletto Martin, vive un momento di notevole difficoltà. Per mandare avanti la famiglia lavora nelle cucine di un fast food, ma il comportamento del decenne Martin le procura notevoli problemi. Aggressivo e preda di violenti e subitanei scoppi di ira, Martin morde e graffia i compagni di scuola che lo provocano, al punto che la mamma di uno di questi, finito in ospedale, minaccia una denuncia.


Critica

Interessante horror proveniente da Belgio e Lussemburgo, rappresenta uno sguardo un po' diverso su un argomento molto utilizzato al cinema come la licantropia. Un po' racconto di formazione, con il ragazzino alle soglie di una complicata adolescenza, un po' descrizione di un complesso rapporto tra madre e figlio, un po' discorso sull'accettazione della diversità e su ciò che questa accettazione comporta, il film accomuna varie tematiche in modo tutto sommato agile e a tratti affascinante, con più di qualche banalità, ma anche in generale con un approccio fresco e inventivo. Il dilemma che presenta è intrigante: accettare in pieno la propria natura selvaggia e vivere quindi "nella" natura o cercare un punto di compromesso tra la propria natura e quella umana utilizzando le proprie qualità per un crudele sfruttamento degli altri? La risposta viene in parte banalizzata da un finale concitato e forse un po' facile e sbrigativo, nel quale i conti sembrano tornare senza troppo sforzo, dopo che si erano prospettate situazioni più inquietanti e complesse, ma il film mantiene comunque una certa carica di originalità che lo rende piacevole anche per la qualità dell'approfondimento di alcuni personaggi, primo fra tutti la protagonista che si trova di fronte alle conseguenze inaspettate dell'amore filiale e a doversi immergere nei riti e nei modi di una famiglia che le è estranea, ma di cui non riesce più a fare a meno. Diversi spunti o personaggi curiosi - su tutti la strana cameriera - vengono lasciati inespressi o sullo sfondo, mantenendo così la loro enigmaticità, ma non venendo forse sufficientemente sfruttati per le loro possibilità.

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