SIMENON E IL CINEMA - Cineclub Arsenale APS

SIMENON E IL CINEMA

Maurice Pialat ha affermato che la maniera più efficace di trarre dei film dalle opere di Simenon è prenderne i dialoghi nudi e crudi, farli imparare a memoria agli attori e dire "Azione!", aggiungendo che lo scrittore stesso, per la scansione "cinematografica" dei suoi romanzi, "est notre meilleur cinéaste". Georges Simenon, l'"uomo dai quattrocento romanzi" gode della fama di scrittore di lingua francese più adattato al cinema. Molti registi, da Marcel Carné a Claude Chabrol, da Jean-Pierre Melville a Bertrand Tavernier hanno trovato nei suoi romanzi una fonte inesauribile di ispirazione, sapendo rendere, nei casi più felici, se non la trama e i luoghi, sicuramente l'"essenza" dei personaggi, certe atmosfere e quel senso di amara ironia e di ineluttabilità del destino comune a tutte le opere dello scrittore. Forse la maggior parte delle opere di Simenon è fin “troppo” cinematografica, ha già in sé tanti elementi che appartengono alla struttura della costruzione filmica. Leggere i racconti dello scrittore belga significa, in pratica, entrare in un congegno narrativo e in una maniera letteraria che mettono il lettore nella condizione di “dipendere” dal testo che ha tra le mani come se fosse davanti ad uno schermo, come se fosse coinvolto in una rappresentazione che le parole “dipingono” davanti ai suoi occhi. Poche frasi sono sufficienti per ambientare chi legge, poche ma incisive immagini rendono sensibili le variazioni della realtà. Non è un caso che il cinema si sia tanto interessato a lui. Eppure, i rapporti tra Simenon e l’industria cinematografica sono stati quasi sempre tempestosi; alla fine, a parte i soldi che poteva ricavarne, non sembra che gliene importasse molto della settima arte...

di Fondo Georges Simenon

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